Negli anni novanta credevo fosse colpa dei regali mai giusti e mai solo per me.
Un anno ho pensato fosse colpa di quella brutta litigata tra mamma e nonno Giacomo.
Negli anni duemila pensavo che fosse colpa della ribellione adolescenziale.
Tra il 2004 e il 2011 pensavo invece che fosse colpa del dover lasciare Bologna per qualche giorno e “dio che dramma! E se poi non riesco a tornare?”
Dal 2012 e il 2015 credevo fosse colpa delle assenze definitive.
Nel 2016 era colpa della depressione, degli attacchi di panico, dei brutti sogni, della vita ferma e lontana.
Oggi, 2017 dopo Cristo, nonostante Paolo, nonostante il sole a Bologna, nonostante la scelta di risparmio giusta e ponderata, nonostante Saturno lontano dal segno della Vergine e quindi alèalèalè, nonostante e finalmente l’attuazione di soluzioni pratiche al Christmas Blues, vorrei come regalo la fine di questo dramma annuale. Andare a letto, dormire, riuscire a dormire, smetterla di sognare, non pensare o pensar bene, o addirittura meglio, vorrei non sentirmi costretta, vorrei litrate di bevande che mi accoppino e quelle però le abbiamo ma non funziona, vorrei non doverlo dire eppure lo dico.
Promesse per il 2018. Risolvere il mio problema con il natale.
Dicevate